venerdì 24 ottobre 2008

Lode a Saviano ma non esageriamo...


AD ONOR DEL VERO, pur riconoscendo la grandezza ed il coraggio di Saviano e pur dichiarando pubblicamente il mio orgoglio nell'essere suo conterraneo, voglio ricordare a tutti che le cose da lui raccontate e denunciate, sono state esternate 15 anni fa' (non l'altro ieri) dal senatore LORENZO DIANA (originario di San Cipriano d'Aversa), sotto scorta, se non erro, dal 1996. Son d'accordo, quindi, con tutte le iniziative pro Saviano di questi ultimi tempi, ma non dimentichiamo gli studiosi altrettanto valorosi che l'hanno preceduto, i quali erano già a conoscenza di fatti, misfatti, cifre, fatturati, collusioni, infiltrazioni e consuetudini della malavita campana e che pure hanno cercato di trasmetterci, coi loro scritti, gli scenari di questo oscuro e contorto mondo della criminalità campana, non riscuotendo neanche lontanamente il successo di Roberto. Dunque, si porti senz'altro su un palmo di mano GOMORRA, ma si portino sullo stesso palmo di mano anche gli scritti di Bruno De Stefano, Simone Di Meo, Gigi Di Fiore, Sergio Nazzaro, Jo' Marrazzo, Vittorio Paliotti, Francesco De Rosa, Isaia Sales, Matteo Scanni, Enzo Ciconte, Roberto Anfossi, gli articoli di Giancarlo Siani (che, se fosse rimasto vivo, una scorta non l'avrebbe avuta neanche nel 2050) e di Don Peppino Diana. Non vanno ignorati, inoltre, gli ottimi saggi di Francesco Barbagallo, di Marisa Figurato, di Francesco Marolda, di Antonio Ghirelli, di Sergio De Gregorio ed ancora di storici del Mezzogiorno come De Leo, Coletti, Barrese, Balestrini, Virnicchi, Faenza ed altri ancora, fino a citare i grandi precursori ed anticipatori dell'attuale letteratura e saggistica sociologica napoletana, che della malavita campana hanno individuato alla perfezione gli sviluppi, le evoluzioni e le degenerazioni, pur essendo vissuti in un'epoca molto lontana da quella attuale. Mi riferisco a Matilde Serao, Benedetto Croce, Giustino Fortunato, Arturo Labriola, Francesco Saverio Nitti, Edoardo Scarfoglio, Luigi Settembrini e tanti altri ancora. Perdonatemi, ma alla luce di quanto detto, questo tam tam su Gomorra mi sembra si stia amplificando oltre misura. A parte lo stile assolutamente eccezionale di Saviano, sui contenuti del testo non mi pare che tutti gli autori suddetti abbiano scritto cose poi così diverse da lui. Probabilmente in molti non saranno d’accordo con me ma io, da appassionato folle di studi sulla criminalità organizzata e sul terrorismo, ho letto una valanga di libri e, ripeto, che a parte lo stile narrativo vincente di questo giovane scrittore, non ho rilevato grandi elementi di novità nei fatti raccontati (attenzione, parlo di "novità" e non di "qualità"). Evidentemente il potere del mercato è anche questo, anzi è soprattutto questo. Ho sentito dire da più parti: "Finalmente, era ora che qualcuno a Napoli parlasse di Camorra", facendo intendere che Saviano sia stato il primo. Ed è su questo punto che s'impone un dovere di verità, se non altro per rendere giustizia a chi ha studiato ed osservato per tanto tempo il fenomeno camorrista, scrivendone e parlandone, senza nessuna amplificazione pubblicitaria. Scusate, ma questo è il mio umile pensiero che non scalfisce minimamente la grandezza di Roberto.
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Gigi Landi

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Saviano è (anche) un grande prodotto letterario.

Come dici tu, sembra quasi che prima di lui nessuno parlasse di mafia camorra e collusioni.

Mentre molti altri lo hanno già fatto, alcuni rimettendoci la vita.

Ciao,
Antonio

Anonimo ha detto...

Mi sembra di capire,
che se da un lato ci sono persone che hanno lodato l'opera di Saviano, ce ne sono molte altre, soprattutto i nostri correggionali, che tendono a sminuirne non solo la bontà letteraria, ma soprattutto e questo è ancora più grave la sua grande onestà.
Dalle nostre parti sento sempre di più frasi del tipo 'Saviano si è fatto i soldi', ' Ha scoperto l'acqua calda', ' erano cose che già si sapevano' e così via.
Non metto in dubbio che sicuramente tante altre brave ed oneste persone (letterati, storici, registi, e giornalisti) hanno studiato e raccontato quello che avviene nelle nostre città, ma davvero poche hanno avuto la forza di raccontare i fatti vivendoli in prima persona, vivendo l'ambiente in cui maturano, nella stessa città dei camorristi, nello stesso quartiere, nello stesso vico, facendo NOMI, COGNOMI, REATI e TUTTI GLI INTRECCI POLITICI CHE NE DERIVANO.
E' molto più facile invece vivere al nord (e quindi non vivere sulla propria pelle i fatti di camorra)e inventarsi una storia con nomi e luoghi di fantasia.
Sinceramente di queste cose non ne abbiamo affatto bisogno!!!

Quindi preferisco centomila volte il Saviano 'Famoso',che per il suo coraggio non sta vivendo più la sua vita, che i soliti BLA BLA FATTI DA LONTANO!!!!

Anonimo ha detto...

'.....se vivo al Nord è solo perchè non ho mai avuto un politico od un sindalcalista che mi facesse lavorare nella mia terra (come invece quasi sicuramente l'avrà avuto lei)....'
Questo si chiama denigrare una persona....
E' L'ARMA PIU' potente che la camorra possa utilizzare.

Comunque chiudo qui la polemica...

In bocca al lupo per il libro!!!!

Ti auguro di fare tanti soldi proprio come Saviano......

Tanto tu al contrario di Roberto non avrai mai bisogno della scorta!!!

Anonimo ha detto...

Penso che il merito del prodotto letterario di Saviano sia l'aver fatto conoscere, fatti e nomi degli implicati, non solo in tutta l'Italia ma anche nel resto dell'Europa, negli USA ecc.
Ora nessuno può permettersi di far finta di niente. Le dinamiche economiche dei clan camorristici sono sotto gli occhi di tutti, basta leggere.
Senza sminuire l'egregio lavoro dei scrittori citati nel post di Gigi.
Antonella Di Palo

Anonimo ha detto...

...ma se Saviano era già sotto scorta alla pubblicazione del libro come hanno fatto a girare il film per mesi proprio nelle Vele????

Alessandra