lunedì 9 giugno 2008

La prima recensione al libro - Un 'ragazzo perbene' vittima del branco

Il “Rinascimento napoletano” è stato seppellito dai rifiuti e dal romanzo-denuncia di Saviano sul ‘sistema’ della Camorra. La storia di Landi è un altro pugno nello stomaco dei benpensanti. Sono loro i veri ‘mandanti morali’ dell’omicidio di Stefano Bosco. Quelli che sanno ma guardano dall’altra parte. A differenza del personaggio-reporter ideato da Saviano, il ‘ragazzo’ di Landi è una figura romanzesca al cento per cento. L’autore avverte che lo spunto del suo romanzo è un fatto di cronaca, ma il suo è innanzitutto un racconto di formazione, dove la famiglia, il rapporto con il padre, il ‘branco’ (degli amici e dei ‘nemici’), l’amore e le scelte esistenziali, danno vita a una narrazione dal valore performativo. La morte degli Ortis e dei Werther aveva proprio questo significato. Ricordare chi è morto e il suo sacrificio. Giulia è lo scrigno di questa memoria e diventa la testimone militante del cambiamento.
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Tratto dalla rivista letteraria "Tempi da Scrivere" (6 giugno 2008)

1 commento:

Gius ha detto...

Ciao Guagliò,
come promesso eccomi qua, scusami ma io non sono un letterato come te e se ricordi bene sono "Ra Torre", modi ruvidi e spicci, mi sa che è colpa delle "Cozzeche" o della salsedine, ancora lo devo capire.
By the way non ti posso nascondere la gioia di aver ricevuto il tuo sms e scoprire che finalmente la tua vena artistica è venuta fuori ed è riconosciuta da tutti. Ma adesso mi domando...Ma che fine ha fatto la chitarra ?